Un nuovo BTP promette grandi guadagni a un piccolo prezzo, grazie a un rendimento stimato tra i più alto del settore risparmio.
Difendere il potere d’acquisto del capitale è già un obiettivo importante, soprattutto in un contesto economico incerto e caratterizzato da inflazione crescente. Immaginare un orizzonte temporale di 3 anni significa valutare con attenzione se lasciare il denaro liquido o investirlo in strumenti più stabili.
La domanda di fondo resta sempre la stessa, ovvero se conviene affidarsi a un conto corrente soggetto a tasse e spese o puntare su titoli di Stato. La risposta non è mai semplice, ma i BTP tornano protagonisti perché offrono rendimenti prevedibili e una garanzia statale che rassicura i risparmiatori.
Un nuovo BTP dal rendimento assicurato
Un bond sovrano emesso a metà della scorsa estate promette un 2,35% di interessi annui, tra i più alti, con scadenza tra 3 anni. Già solo il prezzo iniziale rappresenta un vantaggio, perché consente di ottenere rendimento extra dalla differenza tra acquisto e rimborso finale.

Con questo BTP il risparmio è più che al sicuro – sovranitapopolare.it
Un altro titolo molto discusso è il BTP con cedola al 2,95%, acquistabile a 92,23 e con rendimento netto del 3,35%. La tassazione agevolata al 12,5% e la garanzia dello Stato rendono questo strumento particolarmente interessante per chi guarda al lungo periodo.
La cedola annuale di 2,95% su 10.000 euro nominali equivale a 295 euro lordi, pari a circa 258 euro netti. In 13 anni si ottengono oltre 3.300 euro netti solo dalle cedole, a cui si aggiunge la plusvalenza di circa 680 euro.
Il rendimento complessivo netto si attesta attorno al 3,35% annuo, un risultato significativo per chi cerca stabilità e costanza. La sicurezza dell’emissione statale e il regime fiscale favorevole rappresentano ulteriori punti di forza rispetto ad altri strumenti finanziari più tassati.
Tuttavia, la durata lunga richiede riflessione, non è adatto a chi potrebbe aver bisogno di liquidità prima della scadenza. Il prezzo del titolo è sensibile alle variazioni dei tassi di interesse e può subire cali anche del 10% se i tassi salgono.
Vendere sul mercato secondario in condizioni sfavorevoli può comportare perdite, rendendo necessario valutare attentamente l’orizzonte temporale. Un altro rischio da considerare è l’inflazione, che riduce il potere d’acquisto delle cedole fisse se il costo della vita cresce rapidamente.
Con inflazione sopra il 4-5%, i 295 euro lordi annui rischiano di valere meno in termini reali, rivelandosi un fattore da tenere in alta considerazione. Non va dimenticato il rischio legato all’economia nazionale, l’Italia è considerata affidabile, ma non esente da possibili criticità future.
Alla luce di questi elementi, il BTP può essere una scelta sensata solo per chi ha obiettivi di lungo periodo. La tranquillità dei flussi costanti e la stabilità del rendimento lo rendono adatto a profili pazienti, ma non a tutti gli investitori.
Arriva sul mercato uno dei BTP più convenienti di sempre - sovranitapopolare.it






