Oggi non è più la destinazione a guidare la scelta di un viaggio, ma l’esperienza. Ed è questo il filo rosso che attraversa i trend di viaggio 2026, sempre più orientati ad attività autentiche, lente, immersive, profondamente personali.
A certificarlo è l’analisi dei dati di ricerca condotta da GetYourGuide, che ha pubblicato si recente la sua prima Hidden Trends List, una mappa di esperienze che i viaggiatori sognano di vivere nel loro prossimo futuro.
Impossibile non notare un cambio di paradigma netto. Dopo anni dominati dallo “scatto da copertina” e dalla ricerca di scorci “instagrammabili”, nel 2026 gli esperti prevedono un ritorno a un modo di viaggiare più consapevole, dove conta ciò che si fa non solo dove si va.
Viaggiare all’alba
Uno dei segnali più evidenti di questo cambio trend è la sempre più fequente scelta di viaggiare all’alba, in modo da vivere al meglio luoghi iconici tenendosi lontani dalla folla. L’alba diventa quindi un momento privilegiato, quasi intimo, in cui tutto sembra avere un sapore diverso. E vale sia per i giri in mongolfiera sopra Marrakech che per i luoghi sacri o naturali.

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L’alba è a tutti gli effetti la nuova idea di lusso, in cui godersi pienamente il silenzio e l’autenticità delle esperienze. Si ricerca quasi una dimensione meditativa.
Un altro trend emergente (e, per certi versi, anche soprendente) è il birdwatching. Un’attività che fino a pochi anni fa sembrava relegata a una nicchia di appassionati. Oggi invece diventa il simbolo di un turismo più rispettoso della natura e immersivo. D’altronde osservare gli uccelli nel loro habitat naturale significa rallentare, ammirare le piccole-grandi cose che solo la natura sa offrire al mondo.
Non a caso mete come le isole Daymaniyat in Oman, il parco nazione di Cat Ba in Vietnam o il Doi Inthanon in Thailandia hanno registrato negli ultimi tempi un’impennata di prenotazioni.
Un altro pilastro dei trend di viaggio 2026 è il ritorno a tour fatti a piedi con guide locali. Si tratta di esperienze gratuite e basate sul sistema a mance, che permettono di esplorare la città fuori dai circuiti classici. Un modo per scoprire quindi ristorantini del posto, le storie meno note, scorci poco conosciuti e i quartieri che non compaiono nelle guide.
Nel 2026 anche il turismo gastronomico acquisirà un peso decisamente maggiore. Il cibo diventa in alcuni casi la ragione stessa della partenza. Dalle capitali del caffè alle città dello street food, la cucina locale mai come oggi viene vista come patrimonio nazionale.
In questi casi si parla di vere e proprie esperienze formative, con corsi di cucina e laboratori artigianali. Mangiare diventa un atto di conoscenza.
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