Consigli degli esperti sul consumo di torrone a Natale: quantità e raccomandazioni. Quanto se ne può mangiare?
Il torrone, dolce simbolo delle festività natalizie italiane, continua a essere un protagonista indiscusso delle tavole imbandite durante il Natale. Morbido o croccante, con mandorle o pistacchi, spesso arricchito da miele e cioccolato, questo dolce tradizionale conquista il palato di grandi e piccini. Tuttavia, data la sua composizione ricca di zuccheri, calorie e grassi, la domanda che molti si pongono è: quanto torrone è possibile consumare senza compromettere la salute e la linea? Gli esperti nutrizionisti offrono alcune indicazioni per gustarlo senza sensi di colpa.
Consumo consigliato a Natale: le indicazioni degli specialisti
Il torrone è un prodotto a base di albume d’uovo, miele, zucchero e frutta secca come mandorle, nocciole o pistacchi. Questi ingredienti sono responsabili dell’elevato apporto calorico e dell’abbondanza di zuccheri e grassi nel dolce. In media, un torrone tradizionale apporta circa 500 kcal ogni 100 grammi, un valore superiore rispetto ad altri dolci natalizi come panettone e pandoro, che si attestano tra le 350 e le 380 kcal per etto.
Il torrone bianco con mandorle e miele contiene tra le 470 e le 500 kcal per 100 grammi, con un contenuto di zuccheri che può superare i 45-54 grammi e grassi totali tra i 20 e i 25 grammi, inclusi grassi saturi. Le versioni più morbide, spesso ricoperte di cioccolato o arricchite da ulteriori ingredienti, presentano un apporto calorico ancora più elevato, dovuto alla maggiore quantità di carboidrati e lipidi.

Quanto torrone è bene mangiare per linea e salute? – sovranitapopolare.it
In assenza di una regola rigida, i nutrizionisti suggeriscono di limitare il consumo di torrone a porzioni contenute, in modo da poter concedersi questa delizia senza eccedere. Una quantità consigliata è rappresentata da 20-30 grammi, equivalenti a un paio di fette sottili, che apportano tra le 130 e le 150 calorie.
È importante anche scegliere con attenzione la tipologia di torrone: le versioni più semplici, con ingredienti tradizionali quali miele, zucchero, albume d’uovo e frutta secca, risultano preferibili rispetto a quelle con coperture di cioccolato, bagne alcoliche o additivi artificiali. La lettura attenta delle etichette consente di evitare l’assunzione di zuccheri sintetici, coloranti e conservanti chimici, spesso presenti nei prodotti industriali.
Un ulteriore suggerimento è modulare il consumo del torrone in relazione al resto dei pasti natalizi: se il menu è già particolarmente ricco, è meglio ridurre la quantità di torrone o condividerla con familiari e amici, così da salvaguardare la tradizione senza rischiare di appesantire troppo l’organismo.
Origini, varietà e preparazione del torrone
Il torrone è un dolce con origini antichissime, diffuse in Italia e in Spagna, dove è conosciuto come turrón. La sua storia risale almeno al XV secolo, con testimonianze storiche di produzioni tradizionali in regioni italiane come Lombardia, Abruzzo, Sicilia e Sardegna. In particolare, la versione cremonese è legata alla leggenda secondo cui il primo torrone fu servito nel 1441 in occasione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, con la forma ispirata al Torrazzo di Cremona, la torre campanaria simbolo della città.
Le principali varietà di torrone si distinguono in:
– Torrone duro, ottenuto con una cottura prolungata che conferisce una consistenza friabile e croccante.
– Torrone morbido, con una cottura più breve che mantiene l’impasto umido e gommato.
Tra le varianti regionali si segnalano il torrone valenciano in Spagna, noto nelle versioni “Alacant” (duro con mandorle intere) e “Xixona” (morbido, con mandorle ridotte in pasta), e il torrone sardo, con una lunga tradizione documentata fin dal XVII secolo.
La dose di torrone consigliata a Natale - sovranitapopolare.it






